La quarta mostra della rassegna Simboli politici presenta l’opera di Angela Maltoni (Forlì 1979) artista di figurazione personalissima, d’urto, dispiegata in uno spazio privato, recinto di incubi vizi e vicissitudini, emersa nelle intimità del disegno, assai meno liberatorio del gesto pittorico.
"Volgo a una sorta di misticismo estetico (se le due parole sono compatibili) e vorrei che fosse più forte […] quando si è disgustati dal mondo esteriore [si deve] cercare in se stessi, da qualche parte, un luogo in cui vivere.[…] Ma in assenza di una base teologica, dove troverà appoggio ora questo entusiasmo che si ignora? […] Possono ritornare libri che avranno eccessi psichici […] Ecco quello che tutti i socialisti del mondo non hanno voluto vedere con la loro continua predica materialista. Hanno negato il Dolore, hanno bestemmiato tre quarti della poesia moderna, il sangue di Cristo che si muove in noi. Nulla l’estirperà, nulla lo disseccherà. Non si tratta di disseccarlo, ma di aprirgli dei ruscelli […] L’anima ora dorme, ebbra di parole udite. Ma essa avrà un risveglio frenetico, si librerà alle gioie dello scatenamento, perché non avrà nulla intorno a impedirglielo: né governo né religione, né una qualsiasi formula. […] Questa enorme confusione forse porterà la Libertà. […] Ma quale sarà la poesia delle cose dell’avvenire? […] La Bellezza, forse, diventerà un sentimento inutile all’umanità." (Gustave Flaubert "L’opera e il suo doppio. Dalle lettere" Fazi)
The fourth exhibition of the cycle "Political symbols" shows Angela Maltoni's work (Forlì 1979). Artist of very intimate figuration, of impact, unfolded in a private space, enclosure of dissolute nightmares and happenings, emerged in the drawing's intimacies, much less liberating than the pictorial act.