Federico Guerri è un artista romagnolo formatosi in ambito scultoreo e vinto da una potente vocazione al disegno, che da alcuni anni utilizza la grafite, il minerale racchiuso nella matita, col suo riverbero argentato, direttamente sulla tela di fibra naturale. Due elementi di un pauperismo squisito, quasi un grado zero della pittura, che però creano nella danza calibrata del loro intreccio, una texture di estrema raffinatezza. Con perizia chirurgica (ma intrisa di sostanza poetica) da cesellatore, intreccia segni sempre più complessi, reticoli metallici che si organizzano in cittadelle murate, strutture architettoniche, larve di tessuti smagliati e passati al microscopio. Tutto ha origine nel modulo ripetuto e ritmico di un rettangolo o un trapezio, una semplice figura geometrica che compone come l’insieme delle note di una partitura, il miracolo di sinfonie differenti. Un sistema fisico, costituito per accumulazione ma virtuosistico nella ricerca costante di nuove tramature, quasi un braille di segni che possono far rintracciare ad uno ad uno i movimenti delle singole tessere, come scaglie di una epidermide ingigantita, ma che ci catturano nella ragnatela dell’insieme, nel mistero della sequenza dipanata, entro cui sembrano seppellite, le ossa di antichi alfabeti e gli scheletri di costruzioni magiche.
Per la sua personale di Fano alla galleria Gasparelli, intitolata Mappa Mundi Federico ha deciso di abbandonare il fondo bianco che caratterizzava le sue opere precedenti, per un bagno di cenere che lascia sulla tela solo qualche ritaglio candido, brevi appezzamenti non coltivati dal segno e dal pennello. Nella sua serie cinerina che campisce una parete della galleria, confinando gli altri muri nel silenzio, si sussegue con variazioni ritmiche, la planimetria fantastica di una città perduta, un mondo minacciato dai lapilli e dalle scintille di un’eruzione. Questi suoi paesi adagiati sul piano e ripresi in una visione a volo d’uccello, sono venati da un reticolo celeste di lampi e serpentine, che si raccolgono attorno a dei punti e che sono disegnate per sottrazione. Il tentativo è quello di creare un ibrido tra cielo e terra, una sorta di costellazione terrestre, e in effetti la mappa, cioè il disegno del mondo, ha origine dalla parola fazzoletto ed era inizialmente riferita esclusivamente all’elemento terreno. Questo suo cimento di sovrapporre, o far combaciare il cielo alla terra è in realtà preceduto da storiche costruzioni, orientate su moduli celesti o stellari e come esempio, potremmo portare quello delle grandi cattedrali francesi dedicate alla Madonna che sulla pianta geografica ricalcano con la loro posizione, lo schema della costellazione della Vergine.
Ma in Federico la leggerezza dell’impianto, fatto di miracolose e meticolose bave di ragno, fa dimenticare le suggestioni filosofiche o concettuali di certe creazioni e ci proietta direttamente sul fondale della fiaba, dove gli abiti sono trapunti di stelle e dove la paglia viene filata e tessuta in oro zecchino. (Sabrina Foschini)
Federico Guerri, is an artist from Romagna, graduated in sculpture with a great vocation in drawing. For several years the artist has used the graphite, the mineral contained in the pencil, with its silvery reverberation, directly on canvas. Two elements of an exquisite pauperism, but creating in the calibrated dance of their interlacing an extremely refined texture. With a surgical precision of a chiseler (but dense of poetic substance), he interlaces more and more complex signs, metal meshes becoming walled villages, architectural structures, laddered fabrics' schemes under the microscope. Everything has origin in the rhythmical and repeated module of a rectangle or a trapezium, a simple geometrical figure composing as the set of a sheet music's notes, the miracle of different symphonies. A physical system, constituted by accumulation, but virtuosic in the constant research of new schemes. It's nearly a braille of signs that interlace one by one the movements of the single pieces, as scales of an enlarged epidermis, but that catch us in the set's spider web. In the mystery of the unraveled sequence, the bones of ancient alphabets and the magical buildings skeletons seem buried. (Sabrina Foschini)